Presentato dal professor Franciosini il progetto di recupero dell’edificio attiguo alla sede della Fondazione Tercas, che ne è proprietaria. L’avviso per la scelta dell’impresa scade l’8 luglio
TERAMO – Il restauro di Palazzo Cameli, tra Largo dei Melatini e via del Gomito a Teramo, rappresenta “da un lato il restauro conservativo e la valorizzazione funzionale dell’edificio e dall’altro la riqualificazione del settore urbano dove ricade l’immobile, attraverso il ripristino di condizioni funzionali e spaziali coerenti con l’assetto storico della città, con le emergenze monumentali e l’architettura dell’edilizia minore”. Lo ha spiegato così, il suo progettista, l’intervento edilizio sull’immobile confinante il Palazzo Melatino, sede della Fondazione Tercas, acquistato da quest’ultima nel 2010 in un lungimirante investimento su una importante fetta urbanistica dell’antica città.
L’architetto Luigi Franciosini, professore ordinario di Progettazione architettonica e urbana all’Università Roma Tre, era stato incaricato della redazione dall’allora Consiglio di amministrazione della Fondazione, nel 2019. Stamattina ha presentato la sua idea progettuale alla presenza della presidente della Fondazione, Tiziana Di Sante, della vice Martina Di Musciano, del segretario generale Annamaria Merlini, dell’architetto Cristina Casadei e del componente del Consiglio di indirizzo ed ex del cda, Marco Di Pietro (che nel 2019 era nell’organismo che affidò a Franciosini l’incarico progettuale.
“Quel Cda di cui facevo parte insieme al Presidente Enrica Salvatore, il vice presidente Marino Iommarini, Giacomo Agostinelli ed Alessandro D’Ilario – ha detto Marco Di Pietro – visse il ruolo di committente con molto scrupolo ed attenzione tenendo presente che in una città come Teramo, ricca di sedimentazioni storiche non si poteva non tener presente il rapporto fra architettura contemporanea e preesistenze. Al riguardo quindi quel Cda fece riferimento ad alcuni dei più affermati interpreti italiani delle diverse tendenze culturali (a volte opposte) che dibattono, nella dialettica tra vecchio e nuovo, riguardo la concezione del restauro.
La procedura adottata dalla Fondazione Tercas per l’aggiudicazione dei lavori di restauro e risanamento conservativo dell’immobile è iniziata con la pubblicazione, di un avviso – che scadrà il prossimo 8 luglioi – “per la raccolta di manifestazioni d’interesse per la presentazione di una offerta economica per l’esecuzione di lavori edili di restauro e risanamento conservativo”. All’esito dell’Avviso la scelta delle imprese che saranno invitate a presentare una offerta avverrà a insindacabile giudizio della Fondazione e nei termini e secondo le modalità che saranno comunicate. I lavori prevedono un impegno di spesa pari a 1,650 milioni di Euro.
A conclusione dei lavori, l’immobile sarà destinato, come deliberato al momento dell’acquisto, ad “ampliare gli spazi per la realizzazione delle finalità istituzionali dell’Ente” attraverso l’individuazione di una scelta puntuale che gli Organi, di Amministrazione e di Indirizzo dell’Ente, saranno chiamati ad assumere, definitivamente, dopo una serie di approfondite ed opportune valutazioni.